sabato 9 aprile 2016

Klusium, gli etruschi e i colori della mente




Cosa si trova, andando per etruschi sottoterra intorno a Chiusi, nel 2016?

Il colore: quello che si vede, ma soprattutto quello che s'intravede o s'immagina. Con tutto quello che uno si può portare in testa su questo popolo, residuo di studi scolastici o di approfondimenti successivi, ciò che affascina tornando 'sul posto' a distanza magari di tanti anni – o per la prima volta - è proprio questo. Ciò che gli occhi permettono di favoleggiare in termini di bellezza ed espressività. 

Accade facendo il giro della tomba della Scimmia, quella del Leone, della Pellegrina e del Colle. Ovvero delle 4 tombe attualmente aperte al pubblico intorno all'antica Klusium, in attesa di farlo in quella scoperta lo scorso febbraio a Poggio Renzo.. La prima e la terza, in particolare, restituiscono mirabili decorazioni a distanza di forse 2500 anni. I colori di atleti, di cavalli e del paradisiaco giardino, tutt'oggi ammirabili nella Pellegrina, sono più sgargianti, forse anche troppo: effetto del ritocco effettuato con l'intervento di restauro del XIX ° secolo. Più tenui nella tomba della Scimmia le tonalità di bighe, cavalli, pugilatori; e dello stesso animale cui il sito si riferisce, quello che lo scopritore François riuscì ad intravedere quanto basta per dedicarle il nome in epoca moderna. Colori percettibili a sufficienza per capacitarsi di quanto furono abili al tempo, oltretutto dotati di una gamma di tonalità ben meno ampia e artefatta della nostra epoca.






In realtà, la valenza del lavoro etrusco sul colore la si apprezza soprattutto immaginandolo, quand'esso in realtà non si fa vedere. All'interno del museo Archeologico di Chiusi sono numerose le urne cinerarie: si pongono agli occhi del visitatore nel chiaro e monotono colore della pietra che le compone, e che i millenni hanno rimesso a nudo. Solo un paio di esse conservano sprazzi di rosso e di altre vivaci tonalità. Ed è solo quando arrivi ad osservare quelle due che l'occhio attiva la mente al punto tale da fargli immaginare il lavoro compiuto, così come doveva essere nella sua interezza al tempo etrusco. E come, per assioma, dovevano essere quelle tombe, appena sigillate: un tripudio di colori. Emozioni che oggi non vediamo più, ma che il tempo, la storia, l'archeologia (e la salute di chi osserva) consentono di immaginare e godere. 




L'essenza di una giornata nella Chiusi antica è tutta qui, e se è possibile apprezzarla a pieno è anche grazie alla genuina passione che le guide deputate all'apertura e illustrazione delle tombe evidenziano con coinvolgente ingenuità. A corollario, di sicuro interesse la cattedrale, il labirinto di Porsenna, il percorso sotterraneo che si snoda sotto il Museo Civico. 

Per ragioni conservative, gli accessi alle tombe sono centellinati, ed è inibito scattare fotografie ai dipinti. In sostituzione, ecco una riproduzione video 3D pubbliamente disponibile su youtube, realizzata da 3domfbk: