Cosa si trova, andando per etruschi
sottoterra intorno a Chiusi, nel 2016?
Il colore: quello che si vede, ma
soprattutto quello che s'intravede o s'immagina. Con tutto quello che
uno si può portare in testa su questo popolo, residuo di studi
scolastici o di approfondimenti successivi, ciò che affascina
tornando 'sul posto' a distanza magari di tanti anni – o per la
prima volta - è proprio questo. Ciò che gli occhi permettono di
favoleggiare in termini di bellezza ed espressività.
Accade facendo
il giro della tomba della Scimmia, quella del Leone, della
Pellegrina e del Colle. Ovvero delle 4 tombe attualmente aperte al pubblico intorno
all'antica Klusium, in attesa di farlo in quella scoperta lo scorso febbraio a Poggio Renzo.. La prima e la terza, in particolare,
restituiscono mirabili decorazioni a distanza di forse 2500 anni. I
colori di atleti, di cavalli e del paradisiaco giardino, tutt'oggi
ammirabili nella Pellegrina, sono più sgargianti, forse anche
troppo: effetto del ritocco effettuato con l'intervento di restauro
del XIX ° secolo. Più tenui nella tomba della Scimmia le tonalità
di bighe, cavalli, pugilatori; e dello stesso animale cui il sito si
riferisce, quello che lo scopritore François riuscì ad intravedere
quanto basta per dedicarle il nome in epoca moderna. Colori
percettibili a sufficienza per capacitarsi di quanto furono abili al
tempo, oltretutto dotati di una gamma di tonalità ben meno ampia e
artefatta della nostra epoca.
In realtà, la valenza del lavoro
etrusco sul colore la si apprezza soprattutto immaginandolo,
quand'esso in realtà non si fa vedere. All'interno del museo
Archeologico di Chiusi sono numerose le urne cinerarie: si pongono
agli occhi del visitatore nel chiaro e monotono colore della pietra
che le compone, e che i millenni hanno rimesso a nudo. Solo un paio
di esse conservano sprazzi di rosso e di altre vivaci tonalità. Ed è
solo quando arrivi ad osservare quelle due che l'occhio attiva la mente al punto tale da fargli immaginare il lavoro compiuto, così
come doveva essere nella sua interezza al tempo etrusco. E come, per
assioma, dovevano essere quelle tombe, appena sigillate: un tripudio
di colori. Emozioni che oggi non vediamo più, ma che il tempo, la
storia, l'archeologia (e la salute di chi osserva) consentono di
immaginare e godere.
L'essenza di una giornata nella Chiusi
antica è tutta qui, e se è possibile apprezzarla a pieno è anche
grazie alla genuina passione che le guide deputate all'apertura e
illustrazione delle tombe evidenziano con coinvolgente ingenuità. A corollario, di sicuro interesse la
cattedrale, il labirinto di Porsenna, il percorso sotterraneo che si
snoda sotto il Museo Civico.
Per ragioni conservative, gli accessi alle tombe sono centellinati, ed è inibito scattare fotografie ai dipinti. In sostituzione, ecco una riproduzione video 3D pubbliamente disponibile su youtube, realizzata da 3domfbk:
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