giovedì 19 gennaio 2012

CAMPRIANO, A TU PER TU CON LE ROSTE E CON LA CODA DEL DISASTRO

Entro la fine del 2009 la Syndal, controllata Eni, si è impegnata a rendere operativo il progetto di bonifica definitiva della miniera di Campiano, nel comune di Montieri. Nell'attesa, è ancora possibile andare ad osservare con i propri occhi cosa resta di un disastro che fu, agli inizi degli anni Duemila; e soprattutto di una miniera che fu. Per farlo si può coinvolgere la 75^ Avventura, la 'creatura' del funambolico Simone Negrini, che organizza escursioni di vario tipo sulle colline metallifere. Mettente in conto un'oretta, datevi appuntamento nella frazione di Boccheggiano, e poi seguitelo fin sulla soglia di quella miniera: più avanti non si può andare, il cancello – ora come allora - lascia passare solo gli addetti ai lavori, che oramai sono solo quelli dediti al contenimento dei danni. Ciò che si può vedere, dopo aver ascoltato da Simone dati e.. leggende su quanto avvenuto prima e durante il disastro, è piuttosto la confluenza tra il fiume Merse e il torrente Ribudelli; e le suggestive Roste. Queste ultime appaiono come dei curiosi scoglioni di color rosso ruggine, disseminate lungo un area di qualche centinaia di metri poco più in là dell'ingresso alla miniera, dall'altro lato della strada statale. Le roste sono il frutto dell'accumulo di residui ferrosi conseguenti alla lavorazione dei minerali, che una volta estratti venivano selezionati (per lo più da donne, anche qui) all'interno di un edificio tutt'ora presente nell'area, anche se per lo più diroccato; e poi avviati a lavorazione in un apposito forno. Qui come altrove, nel tempo le tecniche si sono evolute, ed i diversi livelli di colorazione degli strati sulle roste testimoniano proprio la diversa tipologia di residui prodotti nel tempo, divenuti più fini dalla seconda metà dell'Ottocento. L'escursione alle roste è interessante anche perché conduce per un tratto anche all'interno di un bosco – a tratti fitto – di castagni, e incuriosisce la 'caccia' ad una particolare tipologia di grillo, dal colore mimetico quando posato sulle roste.
Non meno appassionante, anche se – per certi versi – anche angosciante, l'osservazione del fiume. Proprio sotto la strada statale, in linea retta rispetto all'ingresso della miniera, la Merse s'incrocia con il Ribudelli, il torrente che da essa proviene: l'incontro, oggi, restituisce pochi metri più a valle un'acqua biancastra, frutto dell'alto contenuto di ammoniaca che oggi proviene dalla direzione della miniera, a 'coprire' ciò che resta di quelle emissioni che qualche anno fa arrivavano copiose e dannose. E' grottesco vedere come dopo la confluenza il fiume perde del tutto quel colore marroncino che peraltro ha in origine. E lo altrettanto pensare che oggi, più avanti, qualcuno ha ripreso a farci il bagno.

(15 luglio 2009)

Nessun commento:

Posta un commento