giovedì 19 gennaio 2012

CON LA DIANA SENESE A 'CACCIA' D'ACQUA

Non solo la dea greca della cacciagione. La Diana, secondo la leggenda, doveva essere un fiume che percorreva il sottosuolo di una buona parte del cuore della città di Siena. Di quel fiume ad oggi nessuno ha effettivamente mai trovato sicura traccia; in compenso, in suo nome da 15 anni è sorto nella stessa città un sodalizio, sottoforma di associazione culturale, dedita al recupero ed alla valorizzazione dei misteri del sottosuolo. Alla Diana si deve infatti una costante opera di indagine e divulgazione, incentrata in primo luogo sulla città sotterranea senese (i “Bottini”), ma anche sul recupero di alcuni siti degni d'interesse andati in disuso con il tempo. E' il caso in particolare di una “Fonte delle monache”, tramite la quale un convento di clausura si approvvigionava d'acqua nei secoli passati fino a metà XIX secolo. Caduta in disgrazia e ricoperta dal fango, la Fonte è stata recuperata solo alcuni anni fa grazie al caparbio impegno dei volontari. In passato la Diana ha curato anche la mappatura del “Canale del Granduca”, realizzato all'epoca del Granducato di Toscana in località Pian del Lago, non lontano dalla città. Attualmente, è impegnata soprattutto nella sensibilizzazione delle nuove generazioni sul tema “Siena e l'acqua”: una quindicina di classi delle elementari senesi sono protagoniste ogni anni di alcune lezioni illustrative e poi di un'appassionante gita sotto la città.

(11 giugno 2008)

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