giovedì 19 gennaio 2012

IL SECOLO DEL RAME A MONTECATINI VAL DI CECINA

Sarà perché da non molto è diventata guida turistica ambientale, e come lei racconta, in questo ruolo “ci crede molto”. Sarà perché ai laboratori didattici che sempre più spesso si organizzano sul posto ha partecipato anche suo figlio. Fatto sta che è una fortuna visitare in compagnia di Gianna Franci, nel 2010, il centro minerario di Montecatini Val di Cecina. Perché la passione che lei ci trasmette è contagiosa, pur non ricorrendo ad iperboli od enfasi eccessive: il tono di racconto si mantiene sempre pacato, quasi fosse una forma di rispetto per le migliaia di persone che là sotto si sono sudati l'esistenza. Ed i 60 minuti di visita scorrono via interessanti e leggeri, benché il sito non sia certo tra i più estesi e ricchi del territorio italiano. Come che sia, Montecatini Val di Cecina è un pezzo di storia dell'industria mineraria e soprattutto chimica nazionale: dal nome del paese fu coniato quello dell'azienda che, dopo alcuni decenni, acquisì la Edison dando vita alla celeberrima Montedison.

Siamo nella val di Cecina, amena e suggestiva terra di confine tra le provincie di Pisa, Livorno Grosseto e Siena. Il piccolo borgo attorcigliato attorno a un castello sorge a 400 metri sul livello del mare, su una collina che s'inerpica quasi improvvisamente sulla vallata, tale che gli ultimi chilometri di strada sono tortuosi e ripidi. Il cosiddetto “Museo delle miniere” di Montecatini, ovvero il sito minerario aperto al pubblico è suddiviso in due: il centro di documentazione, nella parte centrale del paese, e l'area mineraria vera e propria, di cui è possibile visitare una parte.

Perché una miniera in questo luogo? Per il rame, che da tempo etrusco si vociferava giacesse in quantità apprezzabili, e che una famiglia di francesi decise di mettersi a cercare agli inizi del XIX secolo. La miniera di Montecatini, infatti, aprì i battenti nel 1827, per restare in attività 80 anni esatti. Nel 1907, infatti, i ritorni dell'attività estrattiva decaddero al di sotto della soglia minima di economicità: fu deciso di cessare i lavori, e vani furono nei decenni successivi i tentativi di riavviarli. La miniera cadde in definitivo oblìo nel 1960; sarà nel 1999 che entrerà in azione l'intento di recuperarla a fini culturali, così da aprirla alle visite del pubblico nel 2003. Nel secolo scarso di apertura l'attività mineraria ha inciso profondamente sulla vita di Montecatini, e non solo: intorno al 1860, nel momento di massima espansione, spiega Gianna Franci, l'attività coinvolgeva direttamente 200 minatori e 50 impiegati d'altro genere, mentre la popolazione complessiva saliva a 2000 persone; oggi non sono più di 500.

(30 giugno 2010)

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