giovedì 19 gennaio 2012

MONTECATINI, LA MINIERA E' FATTA A SCALE

Da un punto di vista tecnico e di organizzazione del lavoro, la miniera di Montecatini val di cecina si distinse per il basso ricorso alla tecnologia. Lo scavo delle rocce era quasi del tutto manuale: armati di piccozza e attrezzi vari, mai di martelli pneumatici e raro era anche il ricorso agli esplosivi, se non per aprire nuovi fronti. Inoltre i minatori non si avvalevano mai dell'ascensione meccanica, se non nei casi di grave incidente alle gambe: in tutti gli altri casi, si saliva e si scendeva a piedi, attraverso la fitta rete di scale in galleria che da ultimo raggiungeva i 375 metri di profondità, riportando in pratica i minatori al livello..del mare. Il montacarichi unico era utilizzato solo per il trasporto in superficie dei risultati di scavo: fino al 1857 veniva azionato con un argano trainato da...un cavallo; da quell'anno invece entrò in funzione la cosiddetta Torre Alfredo (dal nome di uno dei proprietari olandesi dell'epoca), all'interno della quale veniva azionato un meccanismo a vapore, simile a quello in uso nelle locomotive. Arrivate in superficie, le pietre venivano frantumate e poi setacciate nell'attigua laveria; la polvere di rame risultante veniva temporaneamente parcheggiata in un piazzale (guardato a vista da una sentinella armata, posta all'interno di una torretta di guardia d'ispirazione medievale) e poi stoccate nella vicina Ponteginori, da cui prendevano la via di Livorno e di qui, via nave, quella delle fonderie in Gran Bretagna. Questo avvenne fino a che la stessa Livorno e Piombino non ne furono dotate, dopo il 1870.

(3 luglio 2010)

Nessun commento:

Posta un commento