sabato 6 settembre 2014

DENTRO LA GROTTA DEL FUOCO

Ripreso il cammino, non passa molto prima della nuova sosta. Arriva in corrispondenza di una vasta radura, colore di fondo rigorosamente nero. E' Serracozzo, 1800 metri sul mare. Su di un lato, notiamo un lungo costone di roccia lavica cristallizzata: sembra una mezza pinna di balena. Daniele ci fa strada su un tratto scosceso per diversi metri. Davanti agli occhi ci troviamo improvvisamente una cavità oscura. E' la grotta di Serracozzo. E' lei, la nostra miniera di memorie all'improvviso.


Per entrare abbassiamo schiena e gambe fino a trovarci per un attimo carponi. Siamo finalmente dentro ad un ampio cono, esteso in altezza (cinque metri circa) larghezza (3-4 metri) ma soprattutto lunghezza. Si tratta di una delle 250 cavità naturali ufficialmente censite sull'Etna. A crearle e distinguerle non è l'acqua bensì il fuoco, il magma, i gas ed le reazioni che naturalmente si sprigionano dopo un'eruzione. Nel caso di Serracozzo, tutto questo è avvenuto nel 1971. Da due piccole luci in superficie penetrano i raggi del sole: per un attimo immaginiamo di essere all'interno di un tiankeng cinese. Daniele ci intriga nell'indicarci una lunetta creata sulla parete destra della grotta, frutto di un'esplosione postuma di diversi giorni rispetto alla formazione della grotta.





 Il suo racconto ci avvince definitivamente quando racconta che laggiù, dove l'orizzonte della cavità si perde in una buia e scoscesa cascata di sassi lavici, il suolo calpestabile va avanti per altri 400 metri, che lui in passato ha quasi interamente percorso. 



Soprattutto, ci conquista quando confessa che, sì, "qua dentro ci ho dormito, un paio di volte. Era d'inverno, un'escursione in mezzo alla neve. Anziché montare la tenda decidemmo di ripararci nella grotta". Daniele ammette di averlo fatto solo perché provvisto di un sacco a pelo 'molto buono'. Non ci spiega, anche perché non facciamo in tempo a chiederlo, quali precauzioni abbia assunto per tenersi alla larga da possibili visite animali, o semplicemente dalla paura.

2/3 - segue

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