giovedì 19 gennaio 2012

ABBADIA, CINABRO SOTTO IL VULCANO

Quando era in funzione, il centro minerario di Abbadia San Salvatore era davvero una città a sé. Rende bene l'idea il plastico, allestito nella prima delle sale in cui è attualmente allestita l'area museale del percorso di visita: alla vista, si ha subito la percezione di un qualcosa di mastodontico, tecnologicamente avanzato per il suo tempo. In una parola, di una grande industria, che nella fattispecie cercava il profitto nell'estrazione del cinabro, e nella sua trasformazione in mercurio. Era questa infatti la straordinaria particolarità di Abbadia: l'aver dato i crismi del processo industriale a quanto altri, già 5mila anni or sono, avevano probabilmente tentato, magari per scopi diversi, come rivelato dall'analisi carbonio 114 fatta sui cippi macchiati in rosso rinvenuti dagli archeologi nella non lontana Selvena. Il singolare giacimento di questa zona è probabilmente legato ad un'altra singolarità, ovvero la sua origine vulcanica: sopra Abbadia si erge ancora oggi il monte Amiata (1738 metri slm), vulcano spento esternamente da millenni, ma il cui calore è rimasto vivo oltre la media nel sottosuolo: così calore ed umidità nei canali di scavo erano costantemente eccezionali, e per gli operai – dispensati dal proseguire solo a 35 gradi – era una vera agonia.

(14 ottobre 2009)

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