martedì 17 gennaio 2012

CARBONIA, UNA CITTA' UN DESTINO

Prima del carbone, questa città non c'era. Prima dell'avvio delle estrazioni su larga scala, questa città era solo un piccolo borgo, Serbariu, alcuni chilometri più a nord della sua reale collocazione. Dopo, però, arrivò il carbone. Il Duce, prima di tutto, quel Benito Mussolini che nel '35 dopo un sopralluogo si convinse che sì, sotto quella sperduta piana del sud della Sardegna poteva esserci carbone in quantità, linfa (anzi, lignite) vitale per le aspirazioni di grandezza del fascio e motivo sufficiente per impiantare sul posto una città di sana pianta. In poco più di due anni nacque Carbonia, che nel giro dei successivi 20 raggiunse anche i 50mila abitanti (ma c'è chi parla di 75mila). Il fossile sottoterra c'era, la manodopera potenziale per cavarlo anche (arrivarono in masse da tutta l'isola, ma anche da Sicilia sud e Cento Italia) e tanto valeva dare fiato allo sviluppo. Magari realizzando quartieri come il “Lotto B”, file di fabbricati bassi e lunghi (a “camerone”) sena tramezzi, in cui i minatori di ventura si ammassavano per riposare tra un turno e l'altro. Nel centro della città (Piazza Roma) furono realizzati edifici che ancora oggi la connotano distintamente, anhe grazie a recenti restauri: il Dopolavoro Cine-teatro, edficio in forma di L utilizzato all'epoca anche per inizative di alfabetizzazione;la chiesa di San Ponziano, la torre campanaria.
Oggi Carbonia è una tranquilla cittadina di 30mila abitanti che solo ora si affaccia forse con convinzione sul mercato turistico, sulla scia di importanti iniziative di recupero del proprio passato (il restauro del centro, il recupero abitativo del Lotto B) che, inevitabilmente, puntano sulla miniera e sul carbone. Ma il carbone è, unico caso in Italia, ancora un importante realtà del presente. Raccontiamolo con ordine.

(28 novembre 2007)

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